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al testo di Alessandro Ferrari
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Siamo pessimi attori, pessimi registi delle nostre vite; siamo formiche in una bottiglia, gli stessi vuoti giri, le stesse sbagliate risposte ai problemi insoluti. Siamo cani zoppi sulle strade tranquille che conosciamo che ci conducono a mete incartapecorite. E tutto quello che possiamo tramandare è la quieta rassegnazione alla vita che conduciamo.
Siamo le lettere mai spedite, mai scritte sempre programmate. Siamo gli affannosi conti a fine mese sul tavolo di cucina. E gli anni passano scanditi dai nostri ...domani... ma il peso che ti sovrasta è quello delle cose che non hai fatto; le rughe attorno agli occhi sono dettate dai tramonti che non hai visto; e le gambe sono stanche per i chilometri che hai deciso di non percorrere.
Quante strade hai finto di non vedere, a quante svolte della vita hai tirato dritto per finire contro il palo del destino, o peggio, giù dal ponte della tristezza. A quanti occhi hai detto addio.
Siamo scogli alla deriva, onde che non arrivano mai. Siamo tristi bandiere senza vento, la stessa rassegnata attesa. Siamo comparse in cerca di una partitura che sbaglieremo nei tempi, nei modi, comunque. Quello che non riusciamo a capire è come si faccia ad andare avanti. Cosa è che ci spinge a proseguire; forse il velo che copre la finestra, la carta che nasconde il regalo, lo sguardo giusto che ancora non hai incrociato. Cosa è? E cosa siamo se non pessimi attori sempre in disordine, sempre in ritardo con una battuta ancora da imparare a riprese finite. Che cosa siamo se non uno sguardo che si chiude sul mondo.
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Alessandro Ferrari
- 07/04/2011 19:29:00
[ leggi altri commenti di Alessandro Ferrari » ]
Vi ringrazio per i commenti e pure per il semplice fatto di aver letto la mia poesia. In effetti le mie poesie( anche se non sono propriamente tali in quanto mancano di metrica e degli altri canoni stilistici necessari a quel tipo di componimento) sono permeate di questo alone di pessimismo, e non me lo so spiegare perchè in realtà sono una persona piuttosto allegra. Ciò che siamo, comunque, e non ciò che sono perchè questa vorrebbe essere uno sguardo a certe vuote vite che vediamo limitarsi a sopravvivere senza avere reali interessi, senza mai incontrare scopi. Parlavo delle persone che vivono...senza rendersene conto(le formiche nella bottiglia) Comunque grazie ancora.
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Luca Soldati
- 06/04/2011 11:01:00
[ leggi altri commenti di Luca Soldati » ]
Io avrei concluso cosi: "Che cosa siamo/se non uno sguardo/che si s-chiude sul mondo". Bei versi complimenti Ale
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Giuseppe Terracciano
- 06/04/2011 08:48:00
[ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]
Lo scritto si muove in due parti; la prima è meno fluida la seconda si svolge abbastanza bene. Tre appunti: sei e non siamo; lo scritto è abbastanza pessimistico; mi piace "lo sguardo che non abbiamo ancora incontrato". Un saluto
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Loredana Savelli
- 06/04/2011 08:26:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
...o che si apre sul mondo: non rinuncio allidea che i nostri occhi siano soltanto socchiusi e che ogni giorno vengono invitati ad aprirsi un po di più. Un saluto
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